sabato 9 agosto 2008

Corruzione? E' cosa nostra...

Cominciamo con una notizia old, ma passata assolutamente in sordina.
Era ovvio che, fra un attacco alla magistratura comunista, un colpo all'informazione, i tagli alle forze dell'ordine e i tentativi di stupro della libertà di stampa e di indagine giornalistica, si andasse a parare direttamente su uno dei principali mali che affligge da sempre la casta.

Governo sopprime l'Alto Commissario anticorruzione
domenica, 13 luglio, 2008


Trasparenza e lotta alla corruzione sono due componenti fondamentali di ogni democrazia. A garanzia delle prime due, e di conseguenza anche della terza, nel 2004 venne istituito in Italia l'Alto Commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito nella pubblica amministrazione. Previsto da accordi internazionali sottoscritti dal nostro paese con il Consiglio d'Europa con l'Onu e con l'Ocse, rappresenta una garanzia di imparzialità e un istituto al quale i cittadini che hanno subito abusi dovuti alla corruzione potevano fare riferimento ed essere tutelati. Potevano, visto che dal prossimo 25 agosto questo importante istituto cesserà di funzionare, così come prevede il decreto legge n. 112 e approvato lo scorso 25 giugno.

Semplificare sembra essere la parola d'ordine, come del resto ci ricorda anche il ministero creato ad hoc, e proprio in nome della semplificazione – come spiega Transparency Italia in un comunicato (.doc) - “il decreto legge ha previsto l'accorpamento nel settore statale allargato, di tutti gli enti con personale inferiore a 50 addetti per condivisibili motivi di efficacia di gestione e risparmio. All’art. 68: riduzione degli organismi collegiali è prevista la soppressione dell’alto commissario contro la corruzione” (si veda il testo integrale del Dpef 2009-2013 .pdf).

Una decisione che preoccupa anche perché l'Italia, nelle classifiche sulla percezione della corruzione non occupa certo i posti migliori. Preoccupazione arriva anche da Strasburgo, dove ha sede il GRECO (Gruppo di Stati contro la corruzione del Consiglio d'Europa del quale l'Italia è il 45° membro dopo il suo ingresso nel giugno del 2007). Il suo presidente Drago Kos in una lettera (.pdf) indirizzata all’Alto Commissario italiano Vincenzo Grimaldi ha espresso la sua “profonda preoccupazione in merito alla decisione del Governo Italiano, presa tramite decreto legge, di abolire questa istituzione e - si legge nella missiva - nel corso della riunione plenaria d’ottobre, la delegazione italiana presso il GRECO sarà chiamata a fornire maggiori informazioni riguardo le ragioni di tale decisione e le probabili conseguenze nella lotta alla corruzione in Italia”.

L'Ufficio italiano fu creato cinque anni fa, proprio durante uno dei governi Berlusconi, anche se ha cominciato ad essere operativo a tutti gli effetti solo a partire dallo scorso settembre, quando alla guida fu chiamato l’ex prefetto di Roma Achille Serra. Un'istituzione che non pare piacere ai nostri governanti bipartisan. Già durante il governo Prodi, nel 2006, ci fu un tentativo di chiusura, quando all’interno dei provvedimenti sulle liberalizzazioni del ministro Bersani, venne proposto l'accorpamento con l’Ispettorato della funzione pubblica.

Transparency Italia ha inviato al governo attuale un appello (.doc) affinchè si riesamini la decisione e si valutino le conseguenze che la chiusura dell'istituto porterà. L'appello è riporta anche numerosi rilievi sulla situazione italiana che fanno capire quanto il nostro paese abbia bisogno dell'Alto Commissario: “la corruzione limita la libertà economica, la concorrenza e induce privilegi ingiustificati. In Italia questo flagello ha raggiunto livelli altissimi e le classifiche internazionali ci pongono al penultimo posto nell’Europa dei 15. L’indice di percezione della corruzione elaborato annualmente da TI, ci pone alla 40sima posizione mondiale con un punteggio di 5,2 in una scala di crescente eticità che va da 1 a 10. Estrapolando le valutazioni di Banca mondiale si calcola che, in Italia la corruzione del solo settore statale distrugga risorse per 50 miliardi di euro l’anno. Inoltre - continua l'appello - le società internazionali di rating valutano il rischio paese e quindi il costo del debito anche con il grado di percezione della corruzione. L’onere del nostro debito Ne viene penalizzato: un aggravio di un quarto di percentuale sul tasso d’interesse comporta oneri di circa 4 miliardi euro.”

Oltre all'appello viene inviato a Palazzo Chigi anche un piano per il finanziamento dell'istituto in .doc, dove si propone la gestione e l'utilizzo dei beni confiscati per reati di corruzione (importi rilevanti giacevano inutilizzati da decenni presso i Tribunali).

Nel sito ufficiale è possibile vedere nei dettagli l'operato dell'Ufficio, solo per dare un'idea citiamo tra le indagini svolte quella sul Policlinico Umberto I di Roma (.pdf) (ma che gli frega a loro.. poi ci mandano il gabibbo di striscia... NDR), sulle Asl di Castellammare di Stabia (.pdf) e di Vibo Valentia (.pdf), sui test universitari per l’accesso alle facoltà di medicina e odontoiatria (.pdf), sulle procedure di assunzione di personale ausiliario tecnico e amministrativo dell’Ufficio scolastico provinciale di Napoli (.pdf). Indagini che hanno evidenziato un sistema di illecito diffuso.

Transparency International ha pubblicato lo scorso 24 giugno, il Rapporto annuale (.pdf) sullo stato della applicazione della convenzione anti-corruzione dell’OECD (Organizzazione per lo Sviluppo e la Cooperazione economica), a cura di Fritz Heimann e Gillian Dell. Gli esperti internazionali e autori del rapporto segnalano un carattere endemico nella lotta alla corruzione: assenza di normative chiare, carenza di dati e statistiche in merito, mancanza di uffici con competenze specifiche, ostacoli legislativi alla trasparenza e lotta alla corruzione. Si segnalano anche le incongruenze nel pacchetto sicurezza e l'impunibilità di chi ricopre alte cariche istituzionali.

Insomma insieme a tutto questo anche il decreto che prevede la soppressione dell’ufficio dell’Alto Commissario per la prevenzione ed il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito all’interno della pubblica amministrazione, non fa che allarmare ancora di più per la situazione Italia.

E pensare che qualche giorno prima della firma del decreto legge era stato firmato un accordo di collaborazione tecnologica tra il prof. Fabio Pistella, presidente del Centro Nazionale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione (CNIPA), e il prefetto Vincenzo Grimaldi, Alto Commissario anticorruzione con l'obiettivo di potenziare il sistema informativo dell'Alto Commissario per la lotta alla corruzione e al fine di migliorare la raccolta ed il trattamento dei dati e delle informazioni necessari allo svolgimento delle funzioni di indagine, di monitoraggio della spesa, di studio e analisi dei fenomeni di corruzione e di illecito nella pubblica amministrazione. Che sia stata proprio questa la molla che ne ha fatto scattare la chiusura immediata?

Elvira Corona

http://www.unimondo.org/article/view/159427/1/

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