lunedì 15 dicembre 2008

Brevissimi aggiornamenti, il governo incontra la follia

Non si riesce a stargli appresso... una follia via l'altra!

Via la detassazione degli straordinari

Non che ne sentiremo la mancanza.... ma il tanto strombazzato provvedimento, panacea di tutti i mali italioti, viene abbandonato dai suoi stessi creatori, evidentemente resisi conto della grossa bufala mediatica....

Oltre il lodo Alfano!

Nel caso, tutt'altro che remoto che la Consulta bocci il lodo Alfano, questi sono pronti a mettere altri bastoni fra le ruote della giustizia che minaccia il loro povero premier. Bravi!!!!!

lunedì 17 novembre 2008

Il governo incontra la mafia

E gli da una mano :)

Questo il sei luglio

E oggi:

Nel 2008 revocato il 41 bis a cinquanta padrini

di Salvo Palazzolo - 16 novembre 2008
Palermo. Il fronte dell´antimafia cede silenziosamente. Negli ultimi cinque mesi è stato revocato il carcere duro a 13 padrini di Cosa nostra, 'Ndrangheta e Camorra. È rimasta vuota la cella al 41 bis che ospitava Salvatore Calafato, il mandante dell´omicidio del giudice Rosario Livatino.

Sono rimaste libere anche le celle di Giuseppe Iamonte, Fioravante Abbruzzese e Mario Pranno, capi storici della criminalità organizzata calabrese. Anche Giuseppe Biviera, uno degli 'ndranghetisti coinvolti nella faida che ha portato alla strage di Duisburg, non è più al carcere duro.
Da gennaio a giugno, come denunciato da Repubblica, erano stati addirittura 37 i padrini che avevano vinto la loro battaglia legale con i giudici di sorveglianza, da Torino a Roma, da Perugia a Napoli. Il ministro della Giustizia è riuscito a far ritornare al 41 bis solo il capomafia Antonino Madonia, uno dei mandanti dell´omicidio Dalla Chiesa. Tutti gli altri restano detenuti comuni, nonostante le condanne all´ergastolo e i misteri che ancora custodiscono. Nonostante, soprattutto, i ripetuti annunci di inasprimento del regime del carcere duro. L´emendamento sul nuovo 41 bis, approvato all´unanimità nei giorni scorsi dalla commissione Giustizia e Affari costituzionali del Senato, deve ancora andare in aula (l´esame è previsto nei prossimi giorni).
Intanto, ormai dalla primavera fanno vita più comoda Giuseppe La Mattina, uno dei mafiosi che uccise il giudice Paolo Borsellino. Poi Giuseppe Barranca e Gioacchino Calabrò, che si occuparono degli eccidi del 1993 fra Roma, Milano e Firenze. Al carcere duro non stanno più da mesi neanche altri capi storici dell´Ndrangheta: Carmine De Stefano, Francesco Perna, Gianfranco Ruà e Santo Araniti, il mandante dell´omicidio Ligato. E neanche il boss della Camorra Salvatore Luigi Graziano.
La nuova lista degli annullamenti contiene altri nomi di livello. Tutti nomi di capi. Giuseppe Iamonte era fra i trenta latitanti più pericolosi d´Italia quando fu arrestato, appena tre anni fa, dopo una lunga carriera a cui lo aveva iniziato il padre Natale. Il figlio era però andato oltre: era diventato il fornitore ufficiale di tritolo per i clan del Mezzogiorno, per questo veniva riverito più di un padrino. Gli ultimi provvedimenti di revoca riguardano pure il capo della cosca degli "Zingari" di Cosenza, Fioravante Abbruzzese; poi il capo di un altro clan di Cosenza, Mario Pranno; il capo storico della mafia di Gela Davide Emmanuello e il suo collega camorrista Gaetano Bocchetti, anche lui dai meriti criminali riconosciuti da diverse sentenze, per essere stato il fautore della cosiddetta «alleanza di Secondigliano». Infine, anche Eduart Tresa, rappresentante della mafia albanese in Italia. Eccoli, i 50 padrini a cui nel 2008 è stato revocato il carcere duro: quando erano in libertà organizzavano e ordinavano. Spesso, senza sporcarsi le mani. Adesso, in carcere, sono detenuti modello. Ai giudici di sorveglianza che si sono occupati dei loro casi sono mancate notizie aggiornate sull´«attuale pericolosità riconosciuta», che è il requisito per il mantenimento del 41 bis.
Dice Leo Beneduci, segretario generale dell´Osapp, la prima organizzazione sindacale dei poliziotti penitenziari: «Abbiamo appreso con piacere della annunciata riforma, ma come spesso accade non si sono fatti i conti con la realtà, ovvero con chi deve applicare norme maggiormente restrittive. Servono più personale, più fondi, più mezzi. Siamo già oberati di lavoro. Uno dei compiti più gravosi resta quello con i detenuti cosiddetti ad "alto indice di vigilanza", quelli a cui è stato revocato il 41 bis: rientrano nel circuito ordinario, dove spesso c´è sovraffollamento, e impedire che tornino a comunicare all´interno e all´esterno del carcere è davvero un carico insostenibile».


Tratto da: La Repubblica

sabato 25 ottobre 2008

Il governo incontra la scuola

2008-10-24 20:23
Berlusconi lancia la contromobilitazione
(di Federico Garimberti) (ANSA) - ROMA, 24 OTT - Deputati e senatori nelle classi per spiegare la riforma della scuola. Silvio Berlusconi lancia la sua contromobilitazione per rispondere alle "falsità" della sinistra e difendere il piano di riforma di Mariastella Gelmini.

Bene! E' la volta buona che qualche ministro ci rimette le penne :)

giovedì 23 ottobre 2008

martedì 21 ottobre 2008

Il governo incontra l'acqua... e la vende...

Grande TVEMONTI! Riparte all'attacco dei beni di prima necessità!

ACQUA IN BOCCA - VI ABBIAMO VENDUTO L’ACQUA


di Rosaria Ruffini (Docente di teatro allo IUAV di Venezia) - 16 Ottobre 2008
il governo Berlusconi senza dire niente a nessuno ha dato il via alla privatizzazione dell'acqua pubblica.

Mentre nel paese imperversano annose discussioni sul grembiulino a scuola, sul guinzaglio per il cane e sul flagello dei graffiti, il governo Berlusconi senza dire niente a nessuno ha dato il via alla privatizzazione dell'acqua pubblica.
Il Parlamento ha votato l'articolo 23bis del decreto legge 112 del ministro Tremonti che afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell'economia capitalistica.
Così il governo Berlusconi ha sancito che in Italia l'acqua non sarà più un bene pubblico, ma una merce e, dunque, sarà gestita da multinazionali internazionali (le stesse che già possiedono le acque minerali). Già a Latina la Veolia (multinazionale che gestisce l'acqua locale) ha deciso di aumentare le bollette del 300% Ai consumatori che protestano, Veolia manda le sue squadre di vigilantes armatati e carabinieri per staccare i contatori.
La privatizzazione dell'acqua che sta avvenendo a livello mondiale provocherà, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri. L'acqua è sacra in ogni paese, cultura e fede del mondo: l'uomo è fatto per il 65% di acqua, ed è questo che il governo italiano sta mettendo in vendita.
L´acqua che sgorga dalla terra non è una merce, è un diritto fondamentale umano e nessuno può appropriarsene per trarne illecito profitto.
L´acqua è l'oro bianco per cui si combatteranno le prossime guerre.
Guerre che saranno dirette dalle multinazionali alle quali oggi il governo, preoccupato per i grembiulini, sta vendendo il 65% del nostro corpo.
Acqua in bocca.

Il governo di destra NON ha a cuore i problemi della gente

Parola dell'inneffabile Mariastella Gelmini.
E il bello è che neppure si rende conto di ciò che dice.
Imbarazzante.



"Questo Governo sembra essere un governo di sinistra per come ha a cuore i bisogni della gente": cosi' il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, nel corso del suo intervento al convegno della fondazione 'Magna Carta' a Norcia, durante il quale ha ripercorso passo passo tutti i punti della sua riforma. Il ministro ha parlato della necessita' di riportare sul tema della scuola "una riflessione pacata e un confronto sereno". "L'insegnamento non e' una professione come tante altre - ha detto - ma e' una missione dalla quale dipende la formazione dei giovani. La missione della scuola deve essere prima di tutto di tipo educativo". Quindi il tema del maestro unico "che - ha detto il ministro - deve divenire per lo studente e la famiglia un punto di riferimento" e che "esiste in tutti i paesi europei, mentre il cosiddetto modulo e' una anomalia tutta italiana". Quindi il voto in condotta, "non per punire ma per educare" perche' il ragazzo "deve avere consapevolezza dei propri doveri" e il voto in condotta servira' per "premiare comportamenti virtuosi e punire quelli sbagliati". Per il ministro, quindi, e' frutto di disinformazione, anche la polemica relativa alle classi ponte per gli immigrati. "Non si tratta di un problema di razza ma di un problema didattico - ha detto la Gelmini -. Non si tratta di ghettizzare nessuno ma di affrontare il dovere del Paese di aiutare i bambini immigrati che arrivano nel nostro Paese. Ho trovato e sto trovando delle risorse per poter diffondere sul territorio dei corsi di lingua italiana per i bambini immigrati in difficolta nella conoscenza della lingua'". E poi ancora : "Nessuno ha intenzione di togliere il tempo pieno - ha detto la Gelmini -. Questo Governo sa esattamente le difficolta' economiche delle famiglie e non assumerebbe mai un provvedimento che possa metterle in difficolta'. Chi non si rende conto che oggi il tempo pieno e' una necessita' per le famiglie? Da donna, ho 35 anni e non ho figli, ma capisco i problemi delle donne che lavorano, in molti casi per ambizione e in altri per necessita'".(AGI)- Norcia (Perugia), 18 ott. -

venerdì 17 ottobre 2008

Il governo (NON) incontra l'università e la ricerca



Nonostante le FALSE dichiarazioni del ministro burattino Gelmini, i fili della ricerca, dell'autonomia e dell'istruzione universitaria sono tirati allo spasimo.
Si spezzeranno, ma ai più non interesserà, e la nostra nazione perderà anche i pochi, pochissimi primati nel campo scientifico e della ricerca che c'erano rimasti.

Da: http://mercurio.wordpress.com/2008/10/17/studenti-in-vendita/#more-117

Oggi all’Università di Pisa gli studenti di fisica hanno fatto lezione in piazza. Una delle ultime, prima che l’attuale governo chiuda l’università pubblica e la ricerca in Italia.



Per chi venisse da marte e non sapesse cosa sta succedendo, si tratta di:

* una riduzione annuale fino al 2013 del Fondo di Finanziamento Ordinario di 467 milioni di euro (taglio del 6%);
* un taglio del 46% sulle spese di funzionamento;
* una riduzione del turnover al 20% per l’Università (cioè: su 5 docenti che vanno in pensione al più 1 nuovo ricercatore potrà essere assunto) nel periodo 2009-2013 (in termini finanziari -64 milioni di euro nel 2009, -190 milioni di euro nel 2010, - 316 milioni di euro nel 2011, - 417 milioni di euro nel 2012, -455 milioni di euro nel 2013);
* un taglio complessivo di quasi 4 miliardi di euro in 5 anni;
* l’istituzione di un percorso burocratico che permetta la trasformazione delle Università pubbliche in Istituti privati.

C’è un ottimo articolo sul Corriere della Sera che spiega a parole le cifre.

giovedì 9 ottobre 2008

CLAMOROSO! Il governo incontra Geronzi, Tanzi e Cragnotti

E li mette in salvo.

Sorpresa nel decreto Alitalia: reati non perseguibili se non c'è il fallimento
Ad accorgersene per prima Milena Gabanelli, l'autrice della trasmissione Report
Il governo salva Geronzi
Tanzi e Cragnotti
di LIANA MILELLA


ROMA - Un'altra? Sì, un'altra. E per chi stavolta? Ma per Cesare Geronzi, il presidente di Mediobanca negli impicci giudiziari per via dei crac Parmalat e Cirio. La fabbrica permanente delle leggi ad personam, col marchio di fedeltà del governo Berlusconi, ne produce un'altra, infilata nelle pieghe della legge di conversione del decreto Alitalia. Non se ne accorge nessuno, dell'opposizione s'intende, quando il 2 ottobre passa al Senato. Eppure, come già si scrivono i magistrati nelle maling list, si tratta d'una "bomba atomica" destinata a far saltare per aria a ripetizione non solo i vecchi processi per bancarotta fraudolenta, ma a bloccare quelli futuri.

Con un semplice, e in vero anche mal scritto, articolo 7bis che modifica la legge Marzano sui salvataggi delle grandi imprese e quella sul diritto fallimentare del 1942. L'emendamento dice che per essere perseguiti penalmente per una mala gestione aziendale è necessario che l'impresa si trovi in stato di fallimento.

Se invece è guidata da un commissario, e magari va anche bene come nel caso della Parmalat, nessun pubblico ministero potrà mettere sotto processo chi ha determinato la crisi. Se finora lo stato d'insolvenza era equiparato all'amministrazione controllata e al fallimento, in futuro, se la legge dovesse passare com'è uscita dal Senato, non sarà più così. I cattivi manager, contro cui tutti tuonano, verranno salvati se l'impresa non sarà definitivamente fallita.

Addio ai processi Parmalat e Cirio. In salvo Tanzi e Cragnotti. Salvacondotto per l'ex presidente di Capitalia Geronzi. Colpo di spugna anche per scandali di minore portata come quello di Giacomelli, della Eldo, di Postalmarket. Tutto grazie ad Alitalia e al decreto del 28 agosto fatto apposta per evitarne il fallimento. Firmato da Berlusconi, Tremonti, Scajola, Sacconi, Matteoli. Emendato dai due relatori al Senato, entrambi Pdl, Cicolani e Paravia. Pronto per essere discusso e approvato martedì prossimo dalla Camera senza che l'opposizione batta un colpo.

Ma ecco che una giornalista se ne accorge. È Milena Gabanelli, l'autrice di Report, la trasmissione d'inchieste in onda la domenica sera su Rai3. Lavora su Alitalia, ricostruisce dieci mesi di trattative, intervista con Giovanna Boursier il commissario Augusto Fantozzi, gli chiede se è riuscito a garantirsi "una manleva", un salvacondotto per eventuali inchieste giudiziarie. Lui risponde sicuro: "No, io non ho nessuna manleva".

Ma quel 7bis dimostra il contrario. Report ascolta magistrati autorevoli, specializzati in inchieste economiche. Come Giuseppe Cascini, segretario dell'Anm e pm romano dei casi Ricucci, Coppola, Bnl. Il suo giudizio è senza scampo. Eccolo: "Se la norma verrà approvata non saranno più perseguibili i reati di bancarotta commessi da tutti i precedenti amministratori di Alitalia, ma neppure quelli compiuti da altri manager di società per cui c'è stata la dichiarazione d'insolvenza non seguita dal fallimento".

Cascini cita i casi: "Per i crac Cirio e Parmalat c'è stata la dichiarazione d'insolvenza, ma senza il fallimento. Il risultato è l'abrogazione dei reati fallimentari commessi da Tanzi, Cagnotti, dai correi". Non basta. "Subito dovrà essere pronunciata sentenza di assoluzione perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato per tutti gli imputati, inclusi i rappresentanti delle banche".

Siamo arrivati a Geronzi. Chiede la Gabanelli a Cascini: "Ma la norma vale anche per lui?". Lapidaria la risposta: "Ovviamente sì". Le toghe s'allarmano, i timori serpeggiano nelle mailing-list. Come in quella dei civilisti, Civil-net, dove Pasquale Liccardo scrive: "Ho letto la nuova Marzano. Aspetto notizie sulla nuova condizione di punibilità che inciderà non solo sui processi futuri ma anche su quelli in corso". Nessun dubbio sulla portata generale della norma. Per certo non riguarderà la sola Alitalia, ma tutte le imprese.

Vediamolo questo 7bis, così titolato: "Applicabilità delle disposizioni penali della legge fallimentare". Stabilisce: "Le dichiarazioni dello stato di insolvenza sono equiparate alla dichiarazione di fallimento solo nell'ipotesi in cui intervenga una conversione dell'amministrazione straordinaria in fallimento, in corso o al termine della procedura, ovvero nell'ipotesi di accertata falsità dei documenti posti a base dell'ammissione alla procedura".

La scrittura è cattiva, ma l'obiettivo chiaro: finora i manager delle grandi imprese finivano sotto processo per bancarotta a partire dalla sola dichiarazione d'insolvenza. Invece, se il 7bis passa, l'azione penale resterà sospesa fino a un futuro, e del tutto incerto, fallimento definitivo. Commentano le toghe: "Una moratoria sine die, un nuovo colpo di spugna, una mano di biacca sulle responsabilità dei grandi manager le cui imprese sono state salvate solo grazie alla mano pubblica". Con un assurdo plateale, come per Parmalat. S'interromperà solo perché il commissario Bondi evita il fallimento.

Ma che la salva Geronzi sia costituzionale è tutto da vedere. Gli esperti già vedono violati il principio d'uguaglianza e quello di ragionevolezza. Il primo perché la norma determina un'evidente disparità di trattamento tra i poveri Cristi che non accedono alla Marzano, falliscono, e finiscono sotto processo, e i grandi amministratori. Il secondo perché l'esercizio dell'azione penale dipende solo dalla capacità del commissario di gestire l'azienda in crisi. Se la salva, salva pure l'ex amministratore; se fallisce, parte il processo. Vedremo se Berlusconi andrà avanti sfidando ancora la Consulta.
( 9 ottobre 2008)

Ci ripenseranno, questi criminali?

martedì 16 settembre 2008

Il governo incontra... l'arteriosclerosi!

Facciamoci coraggio... NON E' ETERNO!!!!!!!

giovedì 4 settembre 2008

Il governo incontra il mondo accademico... ma dove vuole lui...

Clamorosa tana per la ministra Maria Stella Gelmini, quella de:"La scuola è elemento unificante dello Stato e i programmi devono essere uguali per tutti, ma la scuola si deve aprire al contesto territoriale e alzare la propria qualità abbassata dalle scuole del Sud. (...)Nel sud alcune scuole abbassano la qualità della scuola italiana. In Sicilia, Puglia, Calabria e Basilicata organizzeremo corsi intensivi per gli insegnanti. (...)"

Forse un fondo di verità potrà pur esserci e, sicuramente, la ministra ha "toccato con mano"... forse era in vena di sperimentazioni pre-incarico?

Nella città calabrese l'anno precedente il record di ammessi con il 93 per cento

Da Brescia a Reggio Calabria
Così la Gelmini diventò avvocato
L'esame di abilitazione all'albo nel 2001.
Il ministro dell'Istruzione: «Dovevo lavorare subito»


Novantatré per cento di ammessi agli orali! Come resistere alla tentazione? E così, tra i furbetti che nel 2001 scesero dal profondo Nord a fare gli esami da avvocato a Reggio Calabria si infilò anche Mariastella Gelmini. Ignara delle polemiche che, nelle vesti di ministro, avrebbe sollevato con i (giusti) sermoni sulla necessità di ripristinare il merito e la denuncia delle condizioni in cui versano le scuole meridionali. Scuole disastrose in tutte le classifiche «scientifiche» internazionali a dispetto della generosità con cui a fine anno vengono quasi tutti promossi.

La notizia, stupefacente proprio per lo strascico di polemiche sulla preparazione, la permissività, la necessità di corsi di aggiornamento, il bagaglio culturale dei professori del Mezzogiorno, polemiche che hanno visto battagliare, sull'uno o sull'altro fronte, gran parte delle intelligenze italiane, è stata data nella sua rubrica su laStampa.it da Flavia Amabile. La reazione degli internauti che l'hanno intercettata è facile da immaginare. Una per tutti, quella di Peppino Calabrese: «Un po' di dignità ministro: si dimetta!!» Direte: possibile che sia tutto vero? La risposta è nello stesso blog della giornalista. Dove la Gelmini ammette. E spiega le sue ragioni.

Un passo indietro. È il 2001. Mariastella, astro nascente di Forza Italia, presidente del consiglio comunale di Desenzano ma non ancora lanciata come assessore al Territorio della provincia di Brescia, consigliere regionale lombarda, coordinatrice azzurra per la Lombardia, è una giovane e ambiziosa laureata in giurisprudenza che deve affrontare uno dei passaggi più delicati: l'esame di Stato.

Per diventare avvocati, infatti, non basta la laurea. Occorre iscriversi all'albo dei praticanti procuratori, passare due anni nello studio di un avvocato, «battere» i tribunali per accumulare esperienza, raccogliere via via su un libretto i timbri dei cancellieri che accertino l'effettiva frequenza alle udienze e infine superare appunto l'esame indetto anno per anno nelle sedi regionali delle corti d'Appello con una prova scritta (tre temi: diritto penale, civile e pratica di atti giudiziari) e una (successiva) prova orale. Un ostacolo vero. Sul quale si infrangono le speranze, mediamente, della metà dei concorrenti. La media nazionale, però, vale e non vale. Tradizionalmente ostico in larga parte delle sedi settentrionali, con picchi del 94% di respinti, l'esame è infatti facile o addirittura facilissimo in alcune sedi meridionali.

Un esempio? Catanzaro. Dove negli anni Novanta l'«esamificio» diventa via via una industria. I circa 250 posti nei cinque alberghi cittadini vengono bloccati con mesi d'anticipo, nascono bed&breakfast per accogliere i pellegrini giudiziari, riaprono in pieno inverno i villaggi sulla costa che a volte propongono un pacchetto «all-included»: camera, colazione, cena e minibus andata ritorno per la sede dell'esame.
Ma proprio alla vigilia del turno della Gelmini scoppia lo scandalo dell'esame taroccato nella sede d'Appello catanzarese. Inchiesta della magistratura: come hanno fatto 2.295 su 2.301 partecipanti, a fare esattamente lo stesso identico compito perfino, in tantissimi casi, con lo stesso errore («recisamente» al posto di «precisamente», con la «p» iniziale cancellata) come se si fosse corretto al volo chi stava dettando la soluzione? Polemiche roventi. Commissari in trincea: «I candidati — giura il presidente della «corte» forense Francesco Granata — avevano perso qualsiasi autocontrollo, erano come impazziti». «Come vuole che sia andata? — spiega anonimamente una dei concorrenti imbroglioni —. Entra un commissario e fa: "Scrivete". E comincia a dettare il tema. Bello e fatto. Piano piano. Per dar modo a tutti di non perdere il filo».

Le polemiche si trascinano per mesi e mesi al punto che il governo Berlusconi non vede alternative: occorre riformare il sistema con cui si fanno questi esami. Un paio di anni e nel 2003 verrà varata, per le sessioni successive, una nuova regola: gli esami saranno giudicati estraendo a sorte le commissioni così che i compiti pugliesi possano essere corretti in Liguria o quelli sardi in Friuli e così via. Riforma sacrosanta. Che già al primo anno rovescerà tradizioni consolidate: gli aspiranti avvocati lombardi ad esempio, valutati da commissari d'esame napoletani, vedranno la loro quota di idonei raddoppiare dal 30 al 69%.
Per contro, i messinesi esaminati a Brescia saranno falciati del 34% o i reggini ad Ancona del 37%. Quanto a Catanzaro, dopo certi record arrivati al 94% di promossi, ecco il crollo: un quinto degli ammessi precedenti.

In quei mesi di tormenti a cavallo tra il 2000 e il 2001 la Gelmini si trova dunque a scegliere, spiegherà a Flavia Amabile: «La mia famiglia non poteva permettersi di mantenermi troppo a lungo agli studi, mio padre era un agricoltore. Dovevo iniziare a lavorare e quindi dovevo superare l'esame per ottenere l'abilitazione alla professione». Quindi? «La sensazione era che esistesse un tetto del 30% che comprendeva i figli di avvocati e altri pochi fortunati che riuscivano ogni anno a superare l'esame. Per gli altri, nulla. C'era una logica di casta, per fortuna poi modificata perché il sistema è stato completamente rivisto». E così, «insieme con altri 30-40 amici molto demotivati da questa situazione, abbiamo deciso di andare a fare l'esame a Reggio Calabria».

(POVERINAAAAAA N.D.R.)

I risultati della sessione del 2000, del resto, erano incoraggianti. Nonostante lo scoppio dello scandalo, nel capoluogo calabrese c'era stato il primato italiano di ammessi agli orali: 93,4%. Il triplo che nella Brescia della Gelmini (31,7) o a Milano (28,1), il quadruplo che ad Ancona. Idonei finali: 87% degli iscritti iniziali. Contro il 28% di Brescia, il 23,1% di Milano, il 17% di Firenze. Totale: 806 idonei. Cinque volte e mezzo quelli di Brescia: 144. Quanti Marche, Umbria, Basilicata, Trentino, Abruzzo, Sardegna e Friuli Venezia Giulia messi insieme.

Insomma, la tentazione era forte. Spiega il ministro dell'Istruzione: «Molti ragazzi andavano lì e abbiamo deciso di farlo anche noi». Del resto, aggiunge, lei ha «una lunga consuetudine con il Sud. Una parte della mia famiglia ha parenti in Cilento». Certo, è a quasi cinquecento chilometri da Reggio. Ma sempre Mezzogiorno è. E l'esame? Com'è stato l'esame? «Assolutamente regolare». Non severissimo, diciamo, neppure in quella sessione. Quasi 57% di ammessi agli orali. Il doppio che a Roma o a Milano. Quasi il triplo che a Brescia. Dietro soltanto la solita Catanzaro, Caltanissetta, Salerno. Così facevan tutti, dice Mariastella Gelmini. Da oggi, dopo la scoperta che anche lei si è infilata tra i furbetti che cercavano l'esame facile, le sarà però un po' più difficile invocare il ripristino del merito, della severità, dell'importanza educativa di una scuola che sappia farsi rispettare. Tutte battaglie giuste. Giustissime. Ma anche chi condivide le scelte sul grembiule, sul sette in condotta, sull'imposizione dell'educazione civica e perfino sulla necessità di mettere mano con coraggio alla scuola a partire da quella meridionale, non può che chiedersi: non sarebbero battaglie meno difficili se perfino chi le ingaggia non avesse cercato la scorciatoia facile?

Gian Antonio Stella

Il parlamento incontra ... la miseria! E si lamenta!

Poverini! Stanno conoscendo la miseria nera, per capire meglio i disagi della popolazione! Ringraziamo l'on. Barbieri (PDL) per la sua interessante disanima della situazione tragica in cui versano gli onorevoli parlamentari.


mercoledì 27 agosto 2008

Il governo incontra anche i pesci nella riserva protetta!



Va bene, va bene, "tecnicamente" Fini non è parte del governo, ma è roba "loro" ed è sempre parte integrante del partito del "famo come cazzo ce pare".
Provateci voi ad immergervi in un area protetta, anche senza farvici portare (a spese nostre) dai Vigili del Fuoco. Provateci.

La terza carica dello Stato ripresa in foto mentre si prepara per un'immersione
scortato dai vigili del fuoco in un'area protetta del parco nazionale dell'arcipelago
Giannutri, Legambiente accusa Fini
"Bagno in una zona vietata"
Il presidente del parco: "Non ne sapevo nulla, nessuna autorizzazione"
di ALESSIA MANFREDI

ROMA - Muta e bombole, come spesso gli capita in vacanza. Ma stavolta in una zona vietata. Il presidente della Camera Gianfranco Fini si è immerso in un'area a protezione integrale del parco nazionale dell'arcipelago toscano, un tratto di litorale dove è vietata qualsiasi attività.

GUARDA LE IMMAGINI

La denuncia arriva da Legambiente, che ha fotografato la terza carica dello Stato, accompagnato da una imbarcazione dei vigili del fuoco, mentre si prepara all'immersione davanti alla Costa dei Grottoni, nell'isola di Giannutri, definita dal decreto istitutivo dell'area protetta 'zona 1', interdetta cioè a qualsiasi attività che non sia di carattere scientifico.

"La segnalazione è stata mandata da un gruppo di nostri soci che hanno visto l'imbarcazione in una zona vietata, dove l'accesso è consentito solo per fini scientifici e dietro precisa autorizzazione" racconta al telefono Umberto Mazzantini, portavoce di Legambiente Arcipelago Toscano.

Una zona particolarmente bella, con una costa a picco, il mare incontaminato e fondali meravigliosi. Ma anche particolarmente delicata, continua Mazzantini: "Ospita rare specie di uccelli. E va protetta per salvaguardarne l'ecosistema".

Legambiente ha scritto una lettera alla direzione del parco per sapere "se l'imbarcazione e i subacquei presenti in quel tratto iperprotetto di mare avessero il necessario nulla-osta del parco e per quali attività di tipo scientifico e in base a quale progetto di ricerca approvato in precedenza dall'ente parco. E, in caso contrario, quali eventuali iniziative siano state prese dal parco per sanzionare l'imbarcazione e i sub nel caso non fossero autorizzati al transito, allo stazionamento e all'immersione in zona 1 a Giannutri".

Denunce simili sono già state fatte dall'associazione in passato. A Montecristo, ricorda Mazzantini, "negli ultimi tre anni sono risultate 150 spedizioni scientifiche. Aspettiamo ancora che ci diano l'elenco dettagliato di chi si è immerso e per quale motivo". Ora Legambiente attende dal parco una risposta formale "perché non è possibile che i potenti possano fare il bagno dove vogliono e gli altri no".

Ma il presidente del parco, Mario Tozzi, cade dalle nuvole: "Non ne sapevo nulla, non ne ero a conoscenza, nessuno mi ha chiesto il permesso, né tantomeno avrei potuto concederlo perché in quel tratto di mare nessuno può fare il bagno, per non parlare delle immersioni subacquee". "Se qualche autorità me lo chiede" continua "lo accompagno volentieri in giro per il parco, ma non certo in mezzo alla zona 1. E' una riserva integrale", ribadisce, aggiungendo che ci sono gli estremi per una grave multa perché "l'infrazione è grave".

Il presidente della Camera, appassionato di fondali marini, era già finito quest'estate al centro di polemiche per l'utilizzo di sommozzatori dei vigili del fuoco all'Argentario come scorta per le sue immersioni. In zone permesse, però.

(27 agosto 2008)

Il governo incontra i nuovi poveri, in fila per il pane



C'è Rotondi, li in mezzo, a distribuire il pane, non lo vedete?

Anche laureati e lavoratori fra i tremila in coda: «Ci vergogniamo, ma non abbiamo alternative»
ELENA LISA
MILANO
«La mia famiglia è di Cosenza. Non è ricca ma nemmeno povera. Mi aiuta con le spese per l’affitto, per tutto il resto me la devo cavare da sola. Arrivare con la laurea in una città come Milano credevo fosse la soluzione per vivere meglio, ma ho scoperto che la vita, oltre che dura, è anche molto costosa. Con quello che ho non ce la faccio, perciò vengo qua». A parlare è una ragazza che si fa chiamare Maria. Anche lei è in coda, alle otto e trenta del mattino, davanti alla sede di «Pane Quotidiano», associazione che ogni giorno distribuisce pane, latte e altri viveri.

Maria sta ai cancelli di viale Toscana 28, periferia della città; l’altra sede è in viale Monza 335, e ciò che ultimamente accade, dicono increduli gli stessi volontari, è «sconvolgente». Più di 1.500 persone in settimana e oltre 3.000 soltanto il sabato, si mettono in coda, aprono il loro sacchetto e aspettano che venga riempito: a volte con il pane ci sono formaggi e yogurt, altre volte frutta e verdura, altre ancora un chilo di pasta.

In coda ci sono molti immigrati in difficoltà e qualche sbandato, ma almeno un terzo è rappresentato dall’«esercito italiano dei nuovi poveri». Persone assolutamente normali, come Maria, trent’anni, ha un aspetto curato, labbra lucide di rossetto e occhiali da sole sulla testa. Come lei, anche gli altri italiani non vogliono dire come si chiamano: temono di essere riconosciuti, come se non farcela fosse una vergogna privata da nascondere. Abitano in case dignitose, indossano abiti puliti, hanno figli che lavorano all’estero oppure si barcamenano tra un contratto interinale e l’altro. Mangiano a pranzo e a cena, ma per continuare a farlo hanno bisogno di assistenza. C’è chi chiede aiuto da anni. Altri lo fanno da alcuni mesi, da quando i prezzi dei prodotti alimentari sono esplosi, pane e pasta in testa.

Come Antonio che pronuncia il nome a fatica e forse se lo inventa. Jeans, una polo, fresco di barba, arriva e parla con la testa bassa: «Ho 24 anni e vivo da solo da quando ne ho 20. Da quando i miei hanno divorziato mi mantengo facendo lavori saltuari. Non vengo qui volentieri ma non ho alternative. Con quello che mi danno riesco a risparmiare anche cinque euro al giorno. Quei soldi mi servono, devo ricaricare il cellulare, altrimenti come faccio a parlare con l’agenzia che mi propone il lavoro?».

Più di 10 quintali di pane, oltre mille litri di latte, dalle 2 mila alle 3 mila confezioni di formaggio, e altrettante di yogurt: questa la distribuzione giornaliera della onlus che, con 60 volontari, dà aiuto a chi è in difficoltà «senza chiedere nome e pretendere informazioni». E’ la prima regola dello statuto. «Sto qui da 13 anni - racconta il coordinatore dei volontari, Saverio Rebecca, 80 anni -. Apriamo i cancelli alle 9 e chiudiamo alle 11. Quelli che arrivano ormai li conosciamo. Negli ultimi mesi però qualche cosa è cambiato».

Saverio, mentre parla non smette di infilare quarti di toscano e formaggio a fette nelle buste di chi arriva davanti allo sportello: «Ci sono sempre più italiani. I giovani ancora si contano sulla punta delle dita, non sono moltissimi, ma riusciamo a distinguerli anche se non parlano e ci fanno a stento un sorriso. Non è così per i pensionati che sono tanti già da un bel po’».

Alle dieci passate al cancello si avvicina un anziano alto con berretto e occhiali scuri che cammina con un bastone: davanti a lui un africano con il figlio in braccio. Dietro due donne arabe con il velo. Indossa un camiciotto che sembra appena stirato, pantaloni bianchi e lindi: «Facevo l’autista e ho dovuto smettere per un incidente. Ho la pensione minima, quasi 500 euro al mese. La casa è mia, ma a fine mese non riesco ad arrivarci. Acqua, gas, luce. Io e mia moglie dove troviamo i soldi per mangiare? I miei figli lavorano in Germania e in Francia, nemmeno immaginano come stiamo noi in Italia e non vogliamo farglielo sapere. Nome, foto sul giornale? No grazie, mia moglie si vergognerebbe».

Nonostante l’orario per i rifornimenti sia scaduto da quasi tre quarti d’ora, i volontari continuano: impilano scatoloni, mettono il cibo nel frigorifero e riempiono altre buste: «Sono quelle speciali, per chi ha più bisogno. C’è chi ha perso il lavoro per una malattia e chi ha una famiglia da mantenere». Come Rosa, un marito appena licenziato da una ditta di pulizie fallita, un figlio impiegato, l’altro che distribuisce pizze e l’ultimo che studia alle medie: «Non avrei mai pensato di ritrovarmi così, credevo che a 50 anni i binari della mia vita fossero già tracciati. Invece basta un imprevisto, ti gira storta e bisogna ricominciare tutto daccapo».

martedì 26 agosto 2008

Più voli (di stato) per tutti!


Tutti a bordo. Nella Gazzetta Ufficiale del 22 agosto scorso, in cima ad una serie di priorità nazionali come la certificazione di qualità del «cipollotto nocerino» e della «mela della Val di Non», poco prima delle «modalità tecniche di svolgimento della lotteria ad estrazione istantanea con partecipazione a distanza "Le carte della fortuna online"», in un posto che si immaginava ben occultato nella calura agostana, compare la nuova direttiva sul «trasporto aereo di Stato» del governo Berlusconi. La norma, varata il 25 luglio passato, anche qui con massimo riserbo (non ce n’è traccia né nell’indice analitico del sito www.governo.it, né nella rendicontazione del Consiglio dei ministri di quel giorno), abroga le norme più restrittive sui voli di Stato varate dal governo di Romano Prodi meno di un anno fa e le sostituisce con regole meno rigorose.

Nel merito l’articolo 5 della nuova norma apre i portelloni dei voli di Stato («in via del tutto eccezionale e previa rigorosa valutazione», è scritto in modo quasi paternalistico nella legge) al «personale estraneo alla delegazione ma accreditato al seguito della stessa su indicazione dell’Autorità anche in relazione alla natura del viaggio, al rango rivestito dalle personalità trasportate, alle esigenze protocollari ed alle consuetudini, anche di carattere internazionale».

Ancora, ad «accompagnatori la cui assistenza sia ritenuta necessaria dalla Prefettura o dalla Rappresentanza diplomatica competente alla trattazione della richiesta». E, sempre in via «del tutto eccezionale» a vice ministri e sottosegretari, che le precedenti direttive del governo Prodi lasciavano a terra.

Insomma, le maglie sono di nuovo larghe, con buona pace di chi in questi anni ha gridato contro gli sprechi della «casta». Certo sul tema dei voli il centrodestra non ha mai badato a spese. Durante i cinque anni del precedente governo Berlusconi i membri dell’esecutivo avevano accumulato una serie impressionante di ore di volo: dal 2002 al 2005, la voce di spesa per i voli di Stato era lievitata da 23 a 65,5 milioni di euro, quasi 180mila euro al giorno.

Nel dettaglio la spesa era di 23 milioni nel 2002, di 41 nel 2003, di 52 nel 2004. Nel 2006, anno in condivisione tra Berlusconi e Prodi, la cifra era scesa a 43 milioni per arrivare a 35 nel 2007.

Certo quell’anno fece più notizia il fatto che Clemente Mastella fu fotografato dall’Espresso mentre scendeva da un Airbus presidenziale in compagnia del figlio Elio e del ministro Francesco Rutelli per recarsi al Gran Premio di automobilismo di Monza (la Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione per il reato di abuso di ufficio) e così la destra potè soffiare ugualmente sul fuoco del malcontento popolare.

Ora, mentre l'imperiese ministro Scajola si preoccupa della conservazione della tratta aerea Fiumicino-Albenga, e Berlusconi immagina 7mila licenziamenti per Alitalia, i 41 aerei blu della flotta di Stato, scaldano i motori.

Speriamo che il governo che incontra la gente queste cose le racconti....

sabato 16 agosto 2008

Divieti insensati...

Ringraziamo il ministro maroni che, per la nostra sicurezza, ha dato poteri "estremi" alle amministrazioni Comunali che, giustamente, si sono date da fare!

Dai baci in auto al cibo ai piccioni. Il vademecum per orientarsi nella selva dei divieti
Il decreto Maroni sui superpoteri ai sindaci ha aperto la strada a decine di ordinanze
Tolleranza zero, è l'estate dei divieti
Dove, e per cosa, si rischia la multa
DI VLADIMIRO POLCHI

Tolleranza zero, è l'estate dei divieti Dove, e per cosa, si rischia la multa
ROMA - Attenti ai piccioni. A Lucca, dargli da mangiare può costare caro: fino a 500 euro di multa. Frenate, poi, le vostre effusioni: per un bacio in auto a Eboli si sborsano 500 euro. Organizzate una festa con fuochi d'artificio? Ricordate che a Positano sono vietati ogni giorno, tranne il sabato. E poi, dite addio ai massaggi sui litorali. Ogni estate ha i suoi divieti, si sa. Ma questa del 2008 rischia di diventare un percorso a ostacoli. Complice il decreto Maroni, che incoraggia la "creatività" dei sindaci a colpi di ordinanze.

In effetti i primi cittadini, ora "ufficiali di governo", stanno dando prova di grande fantasia. I divieti? Dai più seri, ai più futili. Tra i primi, quelli che colpiscono l'accattonaggio (ad Assisi, Verona, Venezia, Firenze), la prostituzione di strada con maximulte ai clienti (a Padova, Verona, Silvi, Pescara), gli ambulanti abusivi e il trasporto di merce in borsoni (a Venezia, Alassio, Roma, Cortina d'Ampezzo, Forte dei Marmi).

Un pacchetto d'ordinanze, questo, che è direttamente figlio del decreto legge del 5 agosto scorso, relativo ai nuovi poteri dei sindaci. Altri divieti, che colpiscono a pioggia i comportamenti più vari, sono invece usciti dai cassetti dei Comuni ben prima del via libera dato dal Viminale. Capostipite, l'ordinanza anti-lavavetri di Firenze, del 27 agosto 2007.


A Positano, da fine giugno scorso i "botti" sono vietati nelle feste private, tutti i giorni a eccezione del sabato dalle 20.30 alle 23. Le multe? Da 50 a 500 euro. Il sindaco di Forte dei Marmi, Umberto Buratti, invece, ha deciso di vietare l'uso del rumoroso tagliaerba nel pomeriggio e durante il weekend. Ben oltre si è spinto il 2 agosto scorso, il sindaco di Eboli: ha infatti deciso di istituire una multa fino a 500 euro per chi viene trovato in auto in atteggiamenti amorosi.


A Lucca, il nemico è il piccione e chi gli dà da mangiare: la multa può andare da 25 a 500 euro. Sotto attacco sono poi le panchine di mezza Italia: a Voghera, il vicesindaco Graziano Percivalle (Udc) le vieta a partire dalle 23 a gruppi composti da più di tre persone; a Viareggio, invece, nei mesi di luglio e agosto è vietato appoggiarvi sopra i piedi. A Novara, il primo cittadino Massimo Giordano proibisce la sosta notturna nei parchi a più di due persone.

Attenti anche in spiaggia: a Massa Carrara non si può cucinare dentro le cabine degli stabilimenti; ad Eraclea, guai a costruire castelli di sabbia; a Is Aruttas (Olbia) multa fino a 360 euro per chi fuma in spiaggia. Non va meglio in città: a Genova dall'8 agosto scorso, non si può passeggiare con una bottiglia di bevanda alcolica in mano, tra i carrugi del centro storico. Vietato, poi, in molte città (ad esempio Capri) girare a torso nudo o in bikini.

Per non essere da meno degli enti locali, anche il governo nazionale impone i suoi divieti estivi. Con un'apposita ordinanza, infatti, il sottosegretario al Welfare, Francesca Martini, ha proibito qualche giorno fa i massaggi lungo i litorali, per "prevenire gli effetti pericolosi che possono essere generati dalla pratica sulle spiagge di prestazioni estetiche o terapeutiche, da parte di soggetti ambulanti non in possesso di adeguata preparazione e competenza".

C'è invece chi i divieti decide di toglierli. Il 13 agosto, un uomo che leggeva un libro sdraiato sul prato di Campo Marzo a Vicenza è stato multato di 50 euro, in base a un'ordinanza del 2002, che vietava di adagiarsi sull'erba di alcuni giardini pubblici. Divieto, che il Comune ha deciso però di togliere per permettere di "stendersi sull'erba: cosa che tranquillamente avviene in tutti i più bei parchi del mondo".

(15 agosto 2008)

sabato 9 agosto 2008

Corruzione? E' cosa nostra...

Cominciamo con una notizia old, ma passata assolutamente in sordina.
Era ovvio che, fra un attacco alla magistratura comunista, un colpo all'informazione, i tagli alle forze dell'ordine e i tentativi di stupro della libertà di stampa e di indagine giornalistica, si andasse a parare direttamente su uno dei principali mali che affligge da sempre la casta.

Governo sopprime l'Alto Commissario anticorruzione
domenica, 13 luglio, 2008


Trasparenza e lotta alla corruzione sono due componenti fondamentali di ogni democrazia. A garanzia delle prime due, e di conseguenza anche della terza, nel 2004 venne istituito in Italia l'Alto Commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito nella pubblica amministrazione. Previsto da accordi internazionali sottoscritti dal nostro paese con il Consiglio d'Europa con l'Onu e con l'Ocse, rappresenta una garanzia di imparzialità e un istituto al quale i cittadini che hanno subito abusi dovuti alla corruzione potevano fare riferimento ed essere tutelati. Potevano, visto che dal prossimo 25 agosto questo importante istituto cesserà di funzionare, così come prevede il decreto legge n. 112 e approvato lo scorso 25 giugno.

Semplificare sembra essere la parola d'ordine, come del resto ci ricorda anche il ministero creato ad hoc, e proprio in nome della semplificazione – come spiega Transparency Italia in un comunicato (.doc) - “il decreto legge ha previsto l'accorpamento nel settore statale allargato, di tutti gli enti con personale inferiore a 50 addetti per condivisibili motivi di efficacia di gestione e risparmio. All’art. 68: riduzione degli organismi collegiali è prevista la soppressione dell’alto commissario contro la corruzione” (si veda il testo integrale del Dpef 2009-2013 .pdf).

Una decisione che preoccupa anche perché l'Italia, nelle classifiche sulla percezione della corruzione non occupa certo i posti migliori. Preoccupazione arriva anche da Strasburgo, dove ha sede il GRECO (Gruppo di Stati contro la corruzione del Consiglio d'Europa del quale l'Italia è il 45° membro dopo il suo ingresso nel giugno del 2007). Il suo presidente Drago Kos in una lettera (.pdf) indirizzata all’Alto Commissario italiano Vincenzo Grimaldi ha espresso la sua “profonda preoccupazione in merito alla decisione del Governo Italiano, presa tramite decreto legge, di abolire questa istituzione e - si legge nella missiva - nel corso della riunione plenaria d’ottobre, la delegazione italiana presso il GRECO sarà chiamata a fornire maggiori informazioni riguardo le ragioni di tale decisione e le probabili conseguenze nella lotta alla corruzione in Italia”.

L'Ufficio italiano fu creato cinque anni fa, proprio durante uno dei governi Berlusconi, anche se ha cominciato ad essere operativo a tutti gli effetti solo a partire dallo scorso settembre, quando alla guida fu chiamato l’ex prefetto di Roma Achille Serra. Un'istituzione che non pare piacere ai nostri governanti bipartisan. Già durante il governo Prodi, nel 2006, ci fu un tentativo di chiusura, quando all’interno dei provvedimenti sulle liberalizzazioni del ministro Bersani, venne proposto l'accorpamento con l’Ispettorato della funzione pubblica.

Transparency Italia ha inviato al governo attuale un appello (.doc) affinchè si riesamini la decisione e si valutino le conseguenze che la chiusura dell'istituto porterà. L'appello è riporta anche numerosi rilievi sulla situazione italiana che fanno capire quanto il nostro paese abbia bisogno dell'Alto Commissario: “la corruzione limita la libertà economica, la concorrenza e induce privilegi ingiustificati. In Italia questo flagello ha raggiunto livelli altissimi e le classifiche internazionali ci pongono al penultimo posto nell’Europa dei 15. L’indice di percezione della corruzione elaborato annualmente da TI, ci pone alla 40sima posizione mondiale con un punteggio di 5,2 in una scala di crescente eticità che va da 1 a 10. Estrapolando le valutazioni di Banca mondiale si calcola che, in Italia la corruzione del solo settore statale distrugga risorse per 50 miliardi di euro l’anno. Inoltre - continua l'appello - le società internazionali di rating valutano il rischio paese e quindi il costo del debito anche con il grado di percezione della corruzione. L’onere del nostro debito Ne viene penalizzato: un aggravio di un quarto di percentuale sul tasso d’interesse comporta oneri di circa 4 miliardi euro.”

Oltre all'appello viene inviato a Palazzo Chigi anche un piano per il finanziamento dell'istituto in .doc, dove si propone la gestione e l'utilizzo dei beni confiscati per reati di corruzione (importi rilevanti giacevano inutilizzati da decenni presso i Tribunali).

Nel sito ufficiale è possibile vedere nei dettagli l'operato dell'Ufficio, solo per dare un'idea citiamo tra le indagini svolte quella sul Policlinico Umberto I di Roma (.pdf) (ma che gli frega a loro.. poi ci mandano il gabibbo di striscia... NDR), sulle Asl di Castellammare di Stabia (.pdf) e di Vibo Valentia (.pdf), sui test universitari per l’accesso alle facoltà di medicina e odontoiatria (.pdf), sulle procedure di assunzione di personale ausiliario tecnico e amministrativo dell’Ufficio scolastico provinciale di Napoli (.pdf). Indagini che hanno evidenziato un sistema di illecito diffuso.

Transparency International ha pubblicato lo scorso 24 giugno, il Rapporto annuale (.pdf) sullo stato della applicazione della convenzione anti-corruzione dell’OECD (Organizzazione per lo Sviluppo e la Cooperazione economica), a cura di Fritz Heimann e Gillian Dell. Gli esperti internazionali e autori del rapporto segnalano un carattere endemico nella lotta alla corruzione: assenza di normative chiare, carenza di dati e statistiche in merito, mancanza di uffici con competenze specifiche, ostacoli legislativi alla trasparenza e lotta alla corruzione. Si segnalano anche le incongruenze nel pacchetto sicurezza e l'impunibilità di chi ricopre alte cariche istituzionali.

Insomma insieme a tutto questo anche il decreto che prevede la soppressione dell’ufficio dell’Alto Commissario per la prevenzione ed il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito all’interno della pubblica amministrazione, non fa che allarmare ancora di più per la situazione Italia.

E pensare che qualche giorno prima della firma del decreto legge era stato firmato un accordo di collaborazione tecnologica tra il prof. Fabio Pistella, presidente del Centro Nazionale per l'Informatica nella Pubblica Amministrazione (CNIPA), e il prefetto Vincenzo Grimaldi, Alto Commissario anticorruzione con l'obiettivo di potenziare il sistema informativo dell'Alto Commissario per la lotta alla corruzione e al fine di migliorare la raccolta ed il trattamento dei dati e delle informazioni necessari allo svolgimento delle funzioni di indagine, di monitoraggio della spesa, di studio e analisi dei fenomeni di corruzione e di illecito nella pubblica amministrazione. Che sia stata proprio questa la molla che ne ha fatto scattare la chiusura immediata?

Elvira Corona

http://www.unimondo.org/article/view/159427/1/

giovedì 7 agosto 2008

I primi 100 giorni del governo Berlusconi IV

Si possono riassumere in poche, sintetiche, frasi:

Bene! Avanti così! (AKA "BAC")
Rosikate! Continuate a Rosikare!

Questo è quello che l'elettore medio delle libertà argomenterà a fronte degli SCEMPI che questo governo sta perpetrando ai danni degli Italiani (tutti).

Ma la triste realtà è ben diversa, e viene nascosta dietro alle balle Napoletane, occultata da stuoli di avvocati pagati dal Cainano, ed è composta da un elenco, potenzialmente infinito, di corbellerie (quando ci va bene), porcate, odiosità, DANNI, che stiamo raccogliendo, per la vostra gioia, e discutendo, su un forum pubblico.

Ecco l'elenco -sigh- non esaustivo; mano a mano affronteremo punto su punto.

1) Norme PRO riciclaggio del danaro Status: APPROVED
2) Sospensione di 100.000 processi, fra cui, casualmente, quello che coinvolge Mills e Berlusconi Status: REVISED
3) Persecuzione delle intercettazioni, e non degli intercettati colpevoli, fra cui, per caso, Berlusconi che chiacchiera con Saccà Status: APPROVED
4) Class action; era troppo bello per i consumatori per andare bene a confindustria, quindi via... Status: APPROVED
5) Sicurezza stradale? No grazie, via i fondi... Status: APPROVED
6) Compri tarocco? 6 anni e seimila euro di multa Status: PENDING
7) Via l'ICI? Non c'è problema, rimettiamo ticket su tutto Status: APPROVED
8) Terroristi? No autori in rete. CENSURA! Status: PENDING
9) Basta soldi per il sud! Anzi no! Si faccia il ponte sullo stretto! Status: BOH?
10) Introduciamo il reato di clandestinità... Status: ANCHE NO
11) ALITALIA... ma la cordata? Solo prestito ponte convertito in capitale? Soldi nostri! Status: APPROVED
12) Chiesa: novanta gradi e libri gratis... Status: PENDING
13) Silviotassa per Rete4: 3.5 miliardi di euro, soldi nostri! Status: PENDING
14) Smaltire in discarica un rifiuto normativamente considerato pericoloso in
qualsiasi paese europeo? Yes, in Campania! Ostacolare/fermare le
indagini dei giudici su rifiuti/politica/camorra? Pure! Status: APPROVED
15) Basta pippe davanti al monitor! Il governo delle moralità (degli altri) Status: BOH
16) Privatizzazione dell'acqua Status: PENDING
17) Revisione del lodo Schifani, una delle leggi più spudoratamente ad personam mai
proposta, immunità per le più alte cariche dello stato->Lodo Alfano. Status: APPROVED! VITTORIA!
18) Intenzione di ritorno al nucleare (mentre il resto del mondo
smantella le centrali nucleari e fa a gara a chi costruisce le wind farm e le solarm farm più vaste) Status: PENDING
19) Tentativo (per fortuna fallito, grazie a IdV) di inserire un decreto sul patteggiamento nel pacchetto sicurezza Status: FAILED
20) La balla sulla rinegoziazione dei mutui, nella quale, a conti fatti, si risparmia prima e si paga dopo, visto che le banche non sono fesse Status: APPROVED
21) La guerra agli statali continua...... con norme vessatorie.... Status: APPROVED
22) Lotta al precariato? STICAZZI..... Status: APPROVED
23) Lotta al precariato? STICAZZI^2, tornano le lettere di dimissioni in bianco.... Status: APPROVED
24) Cancellata la norma per l'invio telematico delle dimissioni volontarie....
25) Le impronte digitali ai bambini, solo rom porcata PENDING
26) SICUREZZA? RI-NO GRAZIE Status: DEPLOYED
27) Tetto agli stipendi d'oro, addio Status: THANKS!
28) Stop al certificato energetico per le case Status: Ri-Thanks!
29) Cancellato lo stato sociale; 800.000 persone a rischio vita grazie al governo. BAC Status: APPROVED
30) Precari? STI CAZZI!!!!!!!!!! No all'obbligo di reintegro Status: APPROVED
31) Patteggiamento allargato, la sicurezza di farla franca... più sicurezza... PER I DELINQUENTI!!!!Status: APPROVED
32) Tagli alle tasse? Figuriamoci Status: WAITING
33) Fannulloni nella PA? Colpiamo nel mucchio... Status: MINIMIZED
34) Governincontra.it ? Status: STOLEN! EHM
35) Extracomunitari unico grande problema italico... STATO DI EMERGENZA! Status: PORCATED
36) ICI eliminata si... ma "è una porcata" (cit.) Status: DEPLOYED
37) Rifiuti a Napoli? Tutto risolto... si... DITTATURA e BALLE! Status: CILE!
38) Redditi online? Aveva ragione Visco Status: FIGUREMMERDA
39) Canone RAI no more? Ma de che, ANZI! Sanatoria e arretrati! Status: STATALIZED
40) Obbligo scolastico di nuovo a 14 anni, da 16 che era; BENE AVANTI COSI', meno istruzione per tutti!Status: REGRESSED
41) Tagli alla SICUREZZA! Tutte le FdO in piazza! Status: DEPRECATED
42) il pdc ricusa la gandus, ma se la prende inderposto Status: TOH
43) Meno sprechi nella sanità? A danno di chi? Status: APPROVED
44) Taglio dei fondi alla università come previsto dal decreto legge del 25 giugno 2008 n°112.... Status: DESTROYED
45) Poteri sbagliati ai Sindaci? Vigili-Sceriffi Vs Polizia... tipo Sceriffo Vs FBI.... Status: APPROVED

E' tutto vero, non è un incubo... e presto ognuna di queste voci diventerà un post, che urlerà, da questo sito governativo il mio e, spero, il vostro sdegno.

Cercasi collaboratori

Non è un lavoro difficile, basta accendere una TV (qualsiasi rete) o leggere "Il Giornale" (AKA "Il Rotolo") e consumare un evidenziatore.
Lasciate un commento qui sotto se volete collaborare nell'evidenziare le magagne, le iniquità perpetrate ai danni del popolo Italiano e, se va bene, le ingenuità, commesse dall'attuale governo.

martedì 29 luglio 2008

Il governo ha bisogno di pubblicità

Il governo vuole pubblicità o, meglio, vuole decidere di cosa i cittadini devono parlare, non gli basta un controllo pressochè totale dei media, ha bisogno di mettere all'opera quel """"genio"""" di Rotondi, per creare dal nulla "governincontra".

E allora diamogliela questa pubblicità... però... ahiloro, qui si parlerà delle magagne, delle porcate, degli innumerevoli attentati alla democrazia, alla morale, all'etica, alla civiltà, che Mr. B. ed il suo entourage stanno perpetrando ai danni del Popolo Italiano.

La pagina di presentazione dell'iniziativa sul sito del governo


Il progetto "Governincontra"
Presentazione

"Governincontra" è una campagna di comunicazione permanente del governo, un format di comunicazione che il ministro per l'attuazione del programma, Gianfranco Rotondi, si augura "possa durare nel tempo ed essere utile a qualsiasi governo, quello attuale e quelli che verranno".

L'idea parte dalla consapevolezza che la comunicazione diviene proficua e diretta quanto più è vicina al territorio e alle persone che quel territorio abitano. L'iniziativa era stata preannunciata il 4 luglio scorso, nel corso di una conferenza stampa dal ministro Rotondi e, lo stesso Presidente del Consiglio, in tale occasione, aveva ribadito l'impegno del governo ad una comunicazione "più capillare, semplice e facilmente accessibile".

"Governincontra" si recherà sul territorio, attraverso gli organismi istituzionali, organizzerà degli incontri "per metà racconto di quello che il governo ha fatto e, per metà, ascolto delle esigenze delle comunità locali".

Una campagna di comunicazione e di ascolto, dunque, come l'ha definita il ministro Gianfranco Rotondi nel corso della presentazione avvenuta nella conferenza stampa a termine della riunione del Consiglio dei ministri del 25 luglio.

"Governincontra", attraverso un viaggio che toccherà tutte le 100 province italiane, seguendo il modello di Napoli, che ha registrato un importante successo, comunicherà direttamente attraverso i suoi protagonisti: il Presidente del consiglio, i Ministri, i Sottosegretari.

Il progetto "Governincontra" ha l’obiettivo di assicurare, con carattere di continuità, l'informazione, la comunicazione e la promozione dell'attività e delle iniziative del Governo per la realizzazione del programma.

Il progetto prevede la costituzione di un organismo permanente per la comunicazione, a cui spetta pianificare tempi, modalità e luoghi di svolgimento delle riunioni che verranno organizzate sul territorio, dandone adeguata pubblicità.

Per lo svolgimento delle riunioni in sede locale, "Governincontra" si avvarrà delle Prefetture-Uffici territoriali del Governo quali organi di rappresentanza generale del Governo sul territorio, nonché delle conferenze permanenti provinciali e regionali, organismi presenti in tutte le Prefetture, ciascuna presieduta da un prefetto, e costituita dai rappresentanti degli enti locali.

Alle riunioni di "Governincontra" potranno partecipare, oltre ai componenti delle conferenze permanenti regionali e provinciali, i rappresentanti politici locali, i rappresentanti locali delle forze sociali, delle associazioni di categoria, degli operatori di settori pubblici e privati, del volontariato e i cittadini.