sabato 25 ottobre 2008

Il governo incontra la scuola

2008-10-24 20:23
Berlusconi lancia la contromobilitazione
(di Federico Garimberti) (ANSA) - ROMA, 24 OTT - Deputati e senatori nelle classi per spiegare la riforma della scuola. Silvio Berlusconi lancia la sua contromobilitazione per rispondere alle "falsità" della sinistra e difendere il piano di riforma di Mariastella Gelmini.

Bene! E' la volta buona che qualche ministro ci rimette le penne :)

giovedì 23 ottobre 2008

martedì 21 ottobre 2008

Il governo incontra l'acqua... e la vende...

Grande TVEMONTI! Riparte all'attacco dei beni di prima necessità!

ACQUA IN BOCCA - VI ABBIAMO VENDUTO L’ACQUA


di Rosaria Ruffini (Docente di teatro allo IUAV di Venezia) - 16 Ottobre 2008
il governo Berlusconi senza dire niente a nessuno ha dato il via alla privatizzazione dell'acqua pubblica.

Mentre nel paese imperversano annose discussioni sul grembiulino a scuola, sul guinzaglio per il cane e sul flagello dei graffiti, il governo Berlusconi senza dire niente a nessuno ha dato il via alla privatizzazione dell'acqua pubblica.
Il Parlamento ha votato l'articolo 23bis del decreto legge 112 del ministro Tremonti che afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell'economia capitalistica.
Così il governo Berlusconi ha sancito che in Italia l'acqua non sarà più un bene pubblico, ma una merce e, dunque, sarà gestita da multinazionali internazionali (le stesse che già possiedono le acque minerali). Già a Latina la Veolia (multinazionale che gestisce l'acqua locale) ha deciso di aumentare le bollette del 300% Ai consumatori che protestano, Veolia manda le sue squadre di vigilantes armatati e carabinieri per staccare i contatori.
La privatizzazione dell'acqua che sta avvenendo a livello mondiale provocherà, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri. L'acqua è sacra in ogni paese, cultura e fede del mondo: l'uomo è fatto per il 65% di acqua, ed è questo che il governo italiano sta mettendo in vendita.
L´acqua che sgorga dalla terra non è una merce, è un diritto fondamentale umano e nessuno può appropriarsene per trarne illecito profitto.
L´acqua è l'oro bianco per cui si combatteranno le prossime guerre.
Guerre che saranno dirette dalle multinazionali alle quali oggi il governo, preoccupato per i grembiulini, sta vendendo il 65% del nostro corpo.
Acqua in bocca.

Il governo di destra NON ha a cuore i problemi della gente

Parola dell'inneffabile Mariastella Gelmini.
E il bello è che neppure si rende conto di ciò che dice.
Imbarazzante.



"Questo Governo sembra essere un governo di sinistra per come ha a cuore i bisogni della gente": cosi' il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, nel corso del suo intervento al convegno della fondazione 'Magna Carta' a Norcia, durante il quale ha ripercorso passo passo tutti i punti della sua riforma. Il ministro ha parlato della necessita' di riportare sul tema della scuola "una riflessione pacata e un confronto sereno". "L'insegnamento non e' una professione come tante altre - ha detto - ma e' una missione dalla quale dipende la formazione dei giovani. La missione della scuola deve essere prima di tutto di tipo educativo". Quindi il tema del maestro unico "che - ha detto il ministro - deve divenire per lo studente e la famiglia un punto di riferimento" e che "esiste in tutti i paesi europei, mentre il cosiddetto modulo e' una anomalia tutta italiana". Quindi il voto in condotta, "non per punire ma per educare" perche' il ragazzo "deve avere consapevolezza dei propri doveri" e il voto in condotta servira' per "premiare comportamenti virtuosi e punire quelli sbagliati". Per il ministro, quindi, e' frutto di disinformazione, anche la polemica relativa alle classi ponte per gli immigrati. "Non si tratta di un problema di razza ma di un problema didattico - ha detto la Gelmini -. Non si tratta di ghettizzare nessuno ma di affrontare il dovere del Paese di aiutare i bambini immigrati che arrivano nel nostro Paese. Ho trovato e sto trovando delle risorse per poter diffondere sul territorio dei corsi di lingua italiana per i bambini immigrati in difficolta nella conoscenza della lingua'". E poi ancora : "Nessuno ha intenzione di togliere il tempo pieno - ha detto la Gelmini -. Questo Governo sa esattamente le difficolta' economiche delle famiglie e non assumerebbe mai un provvedimento che possa metterle in difficolta'. Chi non si rende conto che oggi il tempo pieno e' una necessita' per le famiglie? Da donna, ho 35 anni e non ho figli, ma capisco i problemi delle donne che lavorano, in molti casi per ambizione e in altri per necessita'".(AGI)- Norcia (Perugia), 18 ott. -

venerdì 17 ottobre 2008

Il governo (NON) incontra l'università e la ricerca



Nonostante le FALSE dichiarazioni del ministro burattino Gelmini, i fili della ricerca, dell'autonomia e dell'istruzione universitaria sono tirati allo spasimo.
Si spezzeranno, ma ai più non interesserà, e la nostra nazione perderà anche i pochi, pochissimi primati nel campo scientifico e della ricerca che c'erano rimasti.

Da: http://mercurio.wordpress.com/2008/10/17/studenti-in-vendita/#more-117

Oggi all’Università di Pisa gli studenti di fisica hanno fatto lezione in piazza. Una delle ultime, prima che l’attuale governo chiuda l’università pubblica e la ricerca in Italia.



Per chi venisse da marte e non sapesse cosa sta succedendo, si tratta di:

* una riduzione annuale fino al 2013 del Fondo di Finanziamento Ordinario di 467 milioni di euro (taglio del 6%);
* un taglio del 46% sulle spese di funzionamento;
* una riduzione del turnover al 20% per l’Università (cioè: su 5 docenti che vanno in pensione al più 1 nuovo ricercatore potrà essere assunto) nel periodo 2009-2013 (in termini finanziari -64 milioni di euro nel 2009, -190 milioni di euro nel 2010, - 316 milioni di euro nel 2011, - 417 milioni di euro nel 2012, -455 milioni di euro nel 2013);
* un taglio complessivo di quasi 4 miliardi di euro in 5 anni;
* l’istituzione di un percorso burocratico che permetta la trasformazione delle Università pubbliche in Istituti privati.

C’è un ottimo articolo sul Corriere della Sera che spiega a parole le cifre.

giovedì 9 ottobre 2008

CLAMOROSO! Il governo incontra Geronzi, Tanzi e Cragnotti

E li mette in salvo.

Sorpresa nel decreto Alitalia: reati non perseguibili se non c'è il fallimento
Ad accorgersene per prima Milena Gabanelli, l'autrice della trasmissione Report
Il governo salva Geronzi
Tanzi e Cragnotti
di LIANA MILELLA


ROMA - Un'altra? Sì, un'altra. E per chi stavolta? Ma per Cesare Geronzi, il presidente di Mediobanca negli impicci giudiziari per via dei crac Parmalat e Cirio. La fabbrica permanente delle leggi ad personam, col marchio di fedeltà del governo Berlusconi, ne produce un'altra, infilata nelle pieghe della legge di conversione del decreto Alitalia. Non se ne accorge nessuno, dell'opposizione s'intende, quando il 2 ottobre passa al Senato. Eppure, come già si scrivono i magistrati nelle maling list, si tratta d'una "bomba atomica" destinata a far saltare per aria a ripetizione non solo i vecchi processi per bancarotta fraudolenta, ma a bloccare quelli futuri.

Con un semplice, e in vero anche mal scritto, articolo 7bis che modifica la legge Marzano sui salvataggi delle grandi imprese e quella sul diritto fallimentare del 1942. L'emendamento dice che per essere perseguiti penalmente per una mala gestione aziendale è necessario che l'impresa si trovi in stato di fallimento.

Se invece è guidata da un commissario, e magari va anche bene come nel caso della Parmalat, nessun pubblico ministero potrà mettere sotto processo chi ha determinato la crisi. Se finora lo stato d'insolvenza era equiparato all'amministrazione controllata e al fallimento, in futuro, se la legge dovesse passare com'è uscita dal Senato, non sarà più così. I cattivi manager, contro cui tutti tuonano, verranno salvati se l'impresa non sarà definitivamente fallita.

Addio ai processi Parmalat e Cirio. In salvo Tanzi e Cragnotti. Salvacondotto per l'ex presidente di Capitalia Geronzi. Colpo di spugna anche per scandali di minore portata come quello di Giacomelli, della Eldo, di Postalmarket. Tutto grazie ad Alitalia e al decreto del 28 agosto fatto apposta per evitarne il fallimento. Firmato da Berlusconi, Tremonti, Scajola, Sacconi, Matteoli. Emendato dai due relatori al Senato, entrambi Pdl, Cicolani e Paravia. Pronto per essere discusso e approvato martedì prossimo dalla Camera senza che l'opposizione batta un colpo.

Ma ecco che una giornalista se ne accorge. È Milena Gabanelli, l'autrice di Report, la trasmissione d'inchieste in onda la domenica sera su Rai3. Lavora su Alitalia, ricostruisce dieci mesi di trattative, intervista con Giovanna Boursier il commissario Augusto Fantozzi, gli chiede se è riuscito a garantirsi "una manleva", un salvacondotto per eventuali inchieste giudiziarie. Lui risponde sicuro: "No, io non ho nessuna manleva".

Ma quel 7bis dimostra il contrario. Report ascolta magistrati autorevoli, specializzati in inchieste economiche. Come Giuseppe Cascini, segretario dell'Anm e pm romano dei casi Ricucci, Coppola, Bnl. Il suo giudizio è senza scampo. Eccolo: "Se la norma verrà approvata non saranno più perseguibili i reati di bancarotta commessi da tutti i precedenti amministratori di Alitalia, ma neppure quelli compiuti da altri manager di società per cui c'è stata la dichiarazione d'insolvenza non seguita dal fallimento".

Cascini cita i casi: "Per i crac Cirio e Parmalat c'è stata la dichiarazione d'insolvenza, ma senza il fallimento. Il risultato è l'abrogazione dei reati fallimentari commessi da Tanzi, Cagnotti, dai correi". Non basta. "Subito dovrà essere pronunciata sentenza di assoluzione perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato per tutti gli imputati, inclusi i rappresentanti delle banche".

Siamo arrivati a Geronzi. Chiede la Gabanelli a Cascini: "Ma la norma vale anche per lui?". Lapidaria la risposta: "Ovviamente sì". Le toghe s'allarmano, i timori serpeggiano nelle mailing-list. Come in quella dei civilisti, Civil-net, dove Pasquale Liccardo scrive: "Ho letto la nuova Marzano. Aspetto notizie sulla nuova condizione di punibilità che inciderà non solo sui processi futuri ma anche su quelli in corso". Nessun dubbio sulla portata generale della norma. Per certo non riguarderà la sola Alitalia, ma tutte le imprese.

Vediamolo questo 7bis, così titolato: "Applicabilità delle disposizioni penali della legge fallimentare". Stabilisce: "Le dichiarazioni dello stato di insolvenza sono equiparate alla dichiarazione di fallimento solo nell'ipotesi in cui intervenga una conversione dell'amministrazione straordinaria in fallimento, in corso o al termine della procedura, ovvero nell'ipotesi di accertata falsità dei documenti posti a base dell'ammissione alla procedura".

La scrittura è cattiva, ma l'obiettivo chiaro: finora i manager delle grandi imprese finivano sotto processo per bancarotta a partire dalla sola dichiarazione d'insolvenza. Invece, se il 7bis passa, l'azione penale resterà sospesa fino a un futuro, e del tutto incerto, fallimento definitivo. Commentano le toghe: "Una moratoria sine die, un nuovo colpo di spugna, una mano di biacca sulle responsabilità dei grandi manager le cui imprese sono state salvate solo grazie alla mano pubblica". Con un assurdo plateale, come per Parmalat. S'interromperà solo perché il commissario Bondi evita il fallimento.

Ma che la salva Geronzi sia costituzionale è tutto da vedere. Gli esperti già vedono violati il principio d'uguaglianza e quello di ragionevolezza. Il primo perché la norma determina un'evidente disparità di trattamento tra i poveri Cristi che non accedono alla Marzano, falliscono, e finiscono sotto processo, e i grandi amministratori. Il secondo perché l'esercizio dell'azione penale dipende solo dalla capacità del commissario di gestire l'azienda in crisi. Se la salva, salva pure l'ex amministratore; se fallisce, parte il processo. Vedremo se Berlusconi andrà avanti sfidando ancora la Consulta.
( 9 ottobre 2008)

Ci ripenseranno, questi criminali?